Faccio parte di un’associazione pro foresta e orsi in Giappone. Hanno formato un gruppo per studiare gli impianti di energia rinnovabile. Sono stata alla prima riunione nazionale. 10 anni fa il governo di allora (non quello di oggi) fece una legge per incentivare piccole e medie centrali. In tutto il Giappone cominciarono tantissimi progetti pubblici e privati: alcuni erano progetti locali e davano vantaggi per i cittadini sul posto. Ma la riunione non era per questo tipo di centrali: dietro il nome “energia rinnovabile”, in realtà, si sono costruite centrali giganti sulle montagne tagliando tantissimi alberi. In genere sono compagnie potenti di grandi città, finanziate da grossi azionisti sia giapponesi che stranieri, che installano decine di migliaia di pannelli solari o centinaia di pale eoliche.
Queste mega-centrali quasi sempre mandano l’energia non alle città locali ma a quelle grandi come Tokyo o Osaka. E ancora peggio, c’è la speculazione: alcune compagnie non sono neanche specializzate nell’energia ma sono ditte fondate per ottenere i diritti di vendita dell’elettricità, e prima di finire i lavori rivendono i cantieri ad un’altra ditta insieme all’autorizzazione a produrre energia. Anche perché il governo attuale ha abbassato il prezzo per la vendita dell’elettricità alle grandi aziende tradizionali come TEPCO (quella della centrale di Fukushima) che hanno il diritto di trasmissione dell’energia.
Spesso i lavori per costruire le centrali come queste non vengono spiegati in modo corretto: i cittadini locali vengono a sapere di cosa si tratta veramente quando il progetto è già molto avanti e non si può più fermare. L’anno scorso in una città sul mare vicino a Tokyo ci sono state grandi frane che hanno causato anche decine di vittime: in cima alla montagna sopra la città stavano costruendo una mega-centrale solare tagliando molti alberi e spostando una grande quantità di terra da un’altra parte della montagna. Con la pioggia il terreno è scivolato e ha provocato un disastro.
Alla riunione hanno partecipato 40 gruppi che stanno lottando contro progetti inaccettabili che sono solo una parte di tutti i progetti e le centrali già realizzati. Spesso gli impianti vengono costruiti su montagne ricche di natura e biodiversità: ci vivono animali e piante a rischio di estinzione. In alcune centrali eoliche uccelli di specie protette vanno a sbattere contro le pale. Prima di iniziare i lavori nessuno si chiede se il luogo è adatto per un impianto del genere, nessuno cerca alternative come i “parchi marini” in cui molti paesi stanno già installando pale eoliche a 20Km dalle coste.
Il governo non vuole rinunciare facilmente alle centrali a carbone né, assolutamente, a quelle nucleari, ma negli ultimi 10 anni non ha fatto niente per risolvere questi problemi. Sarebbe stato necessario privatizzare di più separando la produzione e la trasmissione di elettricità, invece il sistema è rimasto come 30 anni fa. Risultato: il Giappone importa più dell’80% di risorse energetiche e naturalmente con la guerra in Ucraina è aumentato il prezzo della benzina, della luce e del gas. Il governo chiede ai cittadini di risparmiare energia durante l’estate, e proprio in questi giorni il primo ministro ha annunciato che in inverno vuole riaccendere 9 reattori delle centrali nucleari, con la scusa della mancanza di elettricità.
In questa riunione diverse persone hanno parlato della loro lotta per fermare progetti inaccettabili. Questi problemi si risolverebbero se ci fossero leggi che proteggono le risorse naturali e i paesaggi di cui tutto il Giappone è pieno, ma per ora queste leggi non esistono e i proprietari dei terreni e delle montagne possono fare quasi tutto quello che vogliono, senza controlli né per la salvaguardia dell’ambiente né per la sicurezza del territorio.
Infatti dalla riunione è partita la richiesta al governo di fare leggi più severe per l’ambiente e i paesaggi. Alcuni parlamentari e amministratori si stanno muovendo: speriamo di fare in tempo!
Prima foto: Prefettura di Akita, la prefettura dove c’è la maggior concentrazione di pale eoliche perché arriva il vento forte dal mare del Giappone per tutto l’anno. Ma per costruire questo parco eolico sono stati tagliati gli alberi, soprattutto i pini, che furono piantati 300 anni fa proprio per proteggere dal vento le case sulla costa.
Seconda foto: Prefettura di Kyoto. Nonostante gli abitanti fossero contrari, i lavori sono iniziati. L’impianto occupa una superficie di 80 ettari. Proprio in questo mese la ditta (fondata da un produttore americano di pannelli solari) che l’ha costruita lo sta vendendo a un’altra ditta finanziatrice di Hong Kong.